Il “mortale” nella terra isolata, in Emanuele Severino, Oltre l’uomo e oltre Dio, Il nuovo melangolo, Genova 2002, p. 73

 

Il “mortale” è l’abitatore della terra separata dal destino della verità – della terra che egli non vede e non vive come separata dalla verità, ma come la vera terra. Nella sua genesi storica la filosofia rende radicale questa separazione e, testimoniando per la prima volta l’opposizione assoluta tra essere e nulla, pensa la terra come il luogo i cui gli enti escono dal nulla e vi ritornano. L’Occidente è la testimonianza radicale dell’isolamento della terra dal destino della verità. Pensando che l’essente è nulla la filosofia come evento storico – e come anima dell’Occidente – è insieme la testimonianza della nullità della terra in cui il mortale ripone ogni fiducia.

(Emanuele Severino, Oltre l’uomo e oltre Dio, Il nuovo melangolo, Genova 2002, p. 73).

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