“Chi non ha sperimentato su di sé l’enorme potenza del Niente e non ne ha subito la tentazione conosce ben poco la nostra epoca”. (Junger)
“La pietra di paragone più dura, ma anche meno ingannevole, per saggiare il carattere genuino e la forza di un filosofo è se egli esperisca subito e dalle fondamenta, nell’essere dell’ente, la vicinanza del Niente. Colui al quale questa esperienza rimane preclusa sta definitivamente e senza speranza fuori dalla filosofia”.
(Heidegger)
“L’attraversamento della linea, il passaggio del punto zero ‘divide’ lo spettacolo; esso indica il punto mediano, non la fine. La sicurezza è ancora molto lontana”.
(Junger)
“Il tentativo di attraversare la linea resta in balìa di un rappresentare che appartiene all’ambito in cui domina la dimenticanza dell’essere. Ed è per questo che esso si esprime ancora con i concetti fondamentali della metafisica (forma, valore, trascendenza)”.
(Heidegger)
“Se chiudo gli occhi, scorgo a volte un paesaggio tetro ai margini dell’infinito, con pietre, scogliere e montagne. Sullo sfondo, ai bordi di un mare nero, riconosco me stesso, una figura minuscola, quasi tratteggiata a gesso. Quello è il mio avamposto, prossimo al Nulla, – laggiù, nell’abisso, io conduco da solo la mia lotta”.
(Junger)
“Il proprio petto: qui sta un tempo nella Tebaide, il centro di ogni deserto e rovina. Qui sta la caverna verso cui spingono i demoni. Qui ognuno, di qualunque condizione e rango, conduce da solo e in prima persona la sua lotta, e con la sua vittoria il mondo cambia. Se egli ha la meglio, il Nulla si ritirerà in se stesso, abbandonando sulla riva i tesori che le sue onde avevano sommerso”.
(Junger)