“ Il pensiero a venire non è più filosofia, perché esso pensa in modo più originario della metafisica, termine che indica la stessa identica cosa. Ma il pensiero a venire non può neppure più, come pretendeva Hegel, abbandonare il nome di «amore per la sapienza» e divenire la sapienza stessa nella forma del sapere assoluto. Il pensiero sta scendendo nella povertà della sua essenza provvisoria. Il pensiero raccoglie il linguaggio nel dire semplice. Il linguaggio è così il linguaggio dell’essere come le nuvole sono le nuvole del cielo. Con il suo dire, il pensiero traccia ne linguaggio solchi poco vistosi. Essi sono ancor meno vistosi dei solchi che il contadino, a passi lenti, traccia nel campo.”
MARTIN HEIDEGGER (1889 – 1976), “Lettera sull’ «umanesimo»”ᵃ (ᵃ 1ᵃ edizione 1949: ciò che qui si dice non è stato ideato solo al tempo della sua stesura, ma si basa sul corso di un cammino che fu iniziato nel 1936, nell’ «attimo» di un tentativo di dire in modo semplice la verità dell’essere. – La lettera parla ancor sempre nel linguaggio della metafisica, e ciò in modo deliberato. L’altro linguaggio rimane sullo sfondo),
[La lettera fu indirizzata a Jean Beaufret (Parigi) nell’autunno del 1946. Per la pubblicazione il testo della stessa fu rivisto e ampliato in alcuni punti. Essa apparve assieme al saggio “Platons Lehre von der Wahrheit” presso l’editore A. Francke, Bern 1947. Come scritto a sé stante fu pubblicata col titolo “Über den Humanismus” presso Klostermann, Frankfurt am Main 1949. Ottava edizione 1981], in ID., “Segnavia”, a cura di Friedrich von Herrmann, edizione italiana, traduzione e ‘Avvertenza’ a cura di Franco Volpi, Adelphi, Milano dicembre 1987 (seconda edizione, prima edizione settembre 1987), p. 314 – 315.
“ Das künftige Denken ist nicht mehr Philosophie, weil es ursprünglicher denkt als die Metaphysik, welcher Name das gleiche sagt. Das künftige Denken kann aber auch nicht mehr, wie Hegel verlangte, den Namen der «Liebe zur Weisheit» ablegen und die Weisheit selbst in der Gestalt des absoluten Wissens geworden sein. Das Denken ist auf dem Abstieg in die Armut seines vorläufigen Wesens. Das Denken sammelt die Sprache in das einfache Sagen. Die Sprache ist so die Sprache des Seins, wie die Wolken die Wolken des Himmels sind. Das Denken legt mit seinem Sagen unscheinbare Furchen in die Sprache. Sie sind noch unscheinbarer als die Furchen, die der Landmann langsamen Schrittes durch das Feld zieht.”
MARTIN HEIDEGGER, “Brief über den «Humanismus»”ᵃ (ᵃ 1. Auflage 1949: Das hier Gesagte ist nicht erst zur Zeit der Niederschrift ausgedacht, sondern beruht auf dem Gang eines Weges, der 1956 begonnen wurde, im «Augenblick» eines Versuches, die Wahrheit des Seins einfach zu sagen. – Der Brief spricht immer noch in der Sprache der Metaphysik, und zwar wissentlich. Die andere Sprache bleibt im Hintergrund), [“Brief an Jean Beaufret”, Paris, Herbst 1946, dessen Text für die Veröffentlichung durchgesehen und an einigen Stellen erweitert wurde. Zuerst erschienen zusammen mit “Platons Lehre von der Wahrheit” bei A. Francke A. G., Bern 1947. Als selbständige Schrift 1949 bei Vittorio Klostermann, Frankfurt am Main. Siebente Auflage 1974], in “Wegmarken”, “Martin Heidegger Gesamtausgabe”, I. Abteilung ʽVeröffentlichte Schriften 1914-1970ʼ, Band 9, Unveränderter Text mit Randbemerkungen des Autors, erausgegeben von Friedrich-Wilhelm von Herrmann, Klostermann, Frankfurt am Main 1976 (Erstausgabe), S. 364.
da. https://www.facebook.com/CONVERSAZIONI-DI-FILOSOFIA-156805224711