Emanuele Severino, La follia dell’Occidente, intervista in: Sergio Zavoli, Di questo passo. Cento domande per capire dove andiamo, Nuova Eri, 1993, pagg. 365-376

L’intervista di Emanuele Severino intitolata La follia dell’Occidente, contenuta nel libro di Sergio Zavoli Di questo passo. Cento domande per capire dove andiamo (Nuova Eri, 1993, pagg. 365-376), rappresenta un’importante riflessione filosofica sul destino della civiltà occidentale.

In questa intervista, Severino riprende i temi centrali del suo pensiero, in particolare la critica radicale alla “fede nel divenire” che caratterizza la tradizione metafisica occidentale.

Secondo Severino, l’Occidente è dominato da una visione del mondo che si fonda sull’idea del divenire, ossia sul fatto che le cose nascono e muoiono, emergono dal nulla e vi ritornano.

Questa concezione, iniziata con Platone e Aristotele, è per Severino una forma di “follia”, poiché implica che l’essere possa trasformarsi in nulla e viceversa. Tale visione ha portato alla costruzione di istituzioni culturali, sociali e politiche che cercano di “rimediare” all’angoscia generata dalla transitorietà dell’esistenza. Questi rimedi hanno assunto nel tempo diverse forme: Dio, le leggi della natura, la scienza, il mercato libero e infine la tecnica 1.

Severino identifica nella tecnica il culmine di questa logica occidentale. La tecnica non è solo uno strumento neutrale, ma rappresenta l’ultimo “dio” dell’Occidente: essa ricrea il mondo e possiede il potere di annientarlo. In questo contesto, Severino propone un ritorno a un’ontologia parmenidea, che riconosca l’eternità di tutte le cose e superi l’illusione del divenire. Solo così, secondo il filosofo, si potrà liberare l’agire umano dalla sua alienazione 1.

L’intervista si inserisce nel quadro più ampio delle riflessioni di Zavoli sul futuro dell’umanità e sulla necessità di interrogarsi sui grandi temi esistenziali e culturali del nostro tempo 2 3.

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