Nella struttura originaria del destino, Severino mostra che la relazione necessaria tra l’essente e il proprio altro sta nell’originario esser sé come non esser l’altro da sé. L’essente è dunque negazione dell’altro da sé. Tale negazione è l’innegabile perché la negazione di questa negazione è “autonegazione”, è affermazione di ciò che essa negazione nega.
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Domanda: “la relazione necessaria tra l’essente e il proprio altro sta nell’originario esser sé come non esser l’altro da sé”, giusto, altrimenti non potrebbe esserci alcuna relazione, ma a livello dell’apparire (dell’essere che è ciò che è e ciò che appare) credo che si ponga anche una relativa coincidenza tra due essenti/apparenti da ricercare nel Tutto che ciascuna parte contiene in sé pur essendo una parte innegabilmente altra da ciascun altro essente. Giusto? E grazie di questo importante spunto riflessivo del pensiero del Sommo.
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