
Giorno dopo giorno il pensiero torna sempre lì, nel problema dei problemi, cioè sul fatto che l'”individuo”, essendo il contenuto del sogno dell’errare, non può arrivare alla verità e resta inevitabilmente immerso nel nichilismo, oltre il quale non può portarsi.
A portarsi oltre il nichilismo è lo stare eterno e innegabile dell’essere, per scorgere il quale è però necessario che l’isolamento della terra si ritragga dai cerchi dell’apparire di quel tanto che consente al linguaggio di indicare il “destino della verità”.
Tutto ciò, dunque, non è il frutto di un “libero” atto dell’ “individuo”, non è un “compito” che egli debba eseguire, ma è legato all”accadimento di quel “ritrarsi”.
La verità essendo un assoluto non la conosciamo e non avremmo nemmeno le parole per esprimerla(Wittgenstein mi pare. )perciò accontentiamoci delle verità.La Verità la vediamo quando usciamo dal cerchio dell’apparire.Non è anche quello che dice il Vangelo
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