Vasco Ursini, Negli scritti di Emanuele Severino si parla spesso di “Necessità”. Vediamo come la presenta

Vasco Ursini

 

La Necessità, che già da sempre si apre al di fuori dell’isolamento della terra e della storia dell’Occidente, non è una dottrina che passi da uno a un altro, e non è nemmeno qualcosa di “capito” da uno o da molti. In quanto “capita” da uno o da molti diventa semplicemente la “prospettiva” di uno o di molti, qualcosa cioè che non può essere la Necessità. La testimonianza della Necessità può avere un “ascolto” *. Ma se nell’ascolto la Necessità appare come tale, l’ascoltante non può essere “uno di noi”, un mortale o un dio, non può essere il “mio prossimo”. Se la Necessità non può essere ciò che “uno” ha scoperto, e che dunque sta entro i limiti dello sguardo di quest’uno, la Necessità non può essere nemmeno ciò che “un altro” o “altri” ascoltano. Se nell’ascolto la Necessità appare come tale, l’ascoltante non può essere che la Necessità stessa. L’ascoltarsi è daccapo il suo apparire. (La struttura originaria, Introduzione !979-81, p. 98).

* L’ “ascolto” va inteso come l’ “apparire” che non è condizionato dal linguaggio

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