Se non fosse per quella preziosa propensione dei mortali a non pensare quasi mai alle terrificanti modalità della condizione esistenziale in cui sono “gettati”, essi non potrebbero farcela a vivere nemmeno un attimo e porrebbero fine, uno dopo l’altro, a questo stare sulla terra a patire o ad assistere al susseguirsi di eventi di dolore e di morte che colpiscono loro stessi e gli altri, in attesa della propria morte.
I rari momenti di serenità e di benessere che di tanto in tanto possono accadere sono, sostanzialmente, delle mere fugaci “pause” nel vortice infinito ed eterno di dolore e di morte.