Un libro eccezionale e appassionato per comprendere il pensiero di Emanuele Severino all’interno del dibattito filosofico contemporaneo: Il dilemma verità dell’essere o nichilismo, Book Sprint, 2013, di Vasco Ursini, che ringrazio, di cui riporto un intero brano tratto dalla pag. 141.…………………………………………………………………« […] La tecnica infatti presuppone che le cose possono essere prodotte (dal niente) e distrutte (nel niente), secondo il proprio volere. Questo compito di creare e distruggere le cose un tempo prerogativa di Dio, è ormai rivendicato dalla tecnica. Pertanto si può dire che la teologia è la prima forma di tecnica e la tecnica è l’ultima forma di teologia. E Severino può scrivere: «Dio e la tecnica moderna sono le due fondamentali espressioni del nichilismo metafisico».Sulla base di questa concezione del nichilismo Severino elabora la sua diagnosi critica del mondo contemporaneo e dei valori da esso prodotti.Il venire e l’andare nel niente implica inevitabilmente il dissolvimento e il tramonto di tutti gli “immutabili” dell’Occidente, prodotti nella storia: il Dio del cristianesimo, quello di tutte le altre religioni, il capitalismo, il marxismo, tutto il pensiero filosofico da Platone ai nostri giorni.La causa del loro tramonto sta, non soltanto negli accadimenti di un processo storico-culturale, ma soprattutto nell’accettazione nichilistica, pressoché generale, del divenire.Da quanto detto sin qui mi pare risulti evidente che la concezione del nichilismo di Severino va ben al di là dell’accezione filosofica comune del termine.Essa propone di abbandonare senza ulteriori indugi il “Sentiero della Notte” finora seguito e di incamminarsi nel “Sentiero del giorno” aperto da Parmenide. Ci si pone così nella condizione di riconoscere la necessità che “l’essere è e non gli è consentito di non essere”, e che “il nulla non è e non gli è consentito di essere”. Severino propone dunque di “ritornare a Parmenide” ma correggendone la posizione, convincendosi cioè che quello che Parmenide dice dell’essere va detto degli enti, di ciascun ente.Occorre dunque ripetere, secondo Severino, il “parricidio” con il quale Platone aveva tentato, senza riuscirvi, di salvare il mondo dei fenomeni. Occorre ripetere il parricidio per ricondurre finalmente le differenze nell’essere. […] »
da
Amici di Emanuele Severino nell’ambito dell’intero pensiero contemporaneo | Facebook