“Attendono gli uomini quando sian morti cose che essi non sperano né suppongono”

“Attendono gli uomini quando sian morti cose che essi non sperano né suppongono”.
Al monito della “notte” di Eraclito rimbomba come un contraccolpo il monito del “giorno” di Severino:
attendono gli uomini quando sian “vivi” cose che essi non sperano né suppongono.
(Renato Rizzi, La radice delle forme, introduzione a E. Severino, Scuola e tecnica, Università degli Studi di Parma, Facoltà di Architettura, 2005, p. 19).

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