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Interessante scambio di lettere tra Norberto Bobbio e Emanuele Severino
In una lettera del 3 maggio 2000 Emanuele Severino scriveva a Norberto Bobbio:
“Caro Professor Bobbio, anche se non Le ho scritto direttamente, in questi anni ho spesso pensato a Lei. E mi sono spesso occupato del suo pensiero: con grande simpatia e stima, anche se in modo critico. Non so se lei abbia avuto occasione di leggere qualcosa. Ma ora leggo io, sull’ultimo numero di ‘MicroMega’ [2,2000], queste Sue affermazioni.
“Come e perché il passaggio dal nulla all’essere? E’ una domanda tradizionale, ma io non ho la risposta: perché l’essere e non piuttosto il nulla? Io non mi sono mai nascosto di non avere una risposta, e non so chi sappia darla a questa domanda ultima, se non per fede. Secondo Severino l’essere è infinito, l’essere ‘c’è’. Ma non è che così siamo in grado di capire cosa c’era prima”.
“Sono perfettamente d’accordo con Lei che quella è la ‘domanda ultima’. D’altra parte, non intendo certo, con qualche riga, sostituire le molte cose che ho scritto in proposito. Ma il Suo passo suona – mi permette di dirlo? – come se io non avessi scritto nulla. Mi lasci, allora, aggiungere queste righe.
In questo Suo passo si dà per scontato che l'”essere” sarebbe potuto rimanere nulla; ossia che ci sia un “tempo” in cui l'”essere” – l'”essere”, badi bene! – è nulla (un tempo in relazione al quale sia vero affermare che l'”essere” è nulla).
Ma l’affermazione: l'”essere” è “nulla” non è forse essenzialmente diversa dall’affermazione: “Il “nulla è nulla”?
Nella prima affermazione, infatti, è dell'”essere” – e non del nulla! – che si afferma che è nulla.
E che l'”essere” sia nulla non è anche per Lei inaccetabile? Infatti ci si può chiedere: “Perché l’essere e ‘non piuttosto’ il nulla?”, solo se si nega che l’essere è nulla.
Ma se la nullità dell’essere (ossia del non nulla) è impossibile, allora è impossibile che l’essere non sia, e cioè sia nulla.. Ossia è necessario che l’essere sia eterno.
Tutto questo significa che un “passaggio dall’essere al nulla” è impossibile; e che tentare di “capire cosa c’era prima dell’essere” significa daccapo affermare che quel “prima” è il “tempo” in cui l’essere è nulla.
Caro professore, L’ho tediata abbastanza. Penso a Lei con affetto e Le auguro ogni cosa buona”.
Nella sua lettera di risposta del 7 maggio 2000, Norberto Bobbio scrive, tra l’altro, di essere d’accordo con le considerazioni sviluppate da Severino nella sua lettera.