Severino una volta disse che era in attesa di un tipo di arte dove si potesse scorgere la differenza tra l’arte che sa della propria follia e quella che non lo sa.
Non so se prima di morire fosse riuscito a vederla… io da artista, nel mio piccolo e con molta umiltà, penso che l’Arte ha sempre saputo della sua propria follia, e che è proprio questa sua consapevolezza a renderla ció che essa è, un’elogio alla mortalità che porta con se anche delle tracce dell’eternità dell’ente e della verità del Destino.
Quello sforzo enorme ed assurdo del mortale, che cerca con il suo ingegno e con la tecnica, di cogliere l’eternità di un “frame” dell’apparire, in tutta la sua bellezza o mostrosuità o astrattezza.
In questo sforzo Infinito dell’artista, peró, che non arriva mai a compiersi del tutto, c’è sempre un margine di miglioramento, un tendere infinitamente all’auto-miglioramento. Spero che vi piaccia questo acquerello realizzato in onore di un grande maestro, una guida, un faro di Luce in questa terra isolata (mi dispiace che Facebook ne ha ridotto la qualità e la risoluzione).
Un piccolo tributo personale per un grande uomo
da Facebook