Tra le due parole del titolo compare una virgola: la congiunzione potrebbe far pensare alla semplice contrapposizione di storia e gioia. Il loro senso autentico è invece essenzialmente diverso da quello ovunque condiviso. La storia, si pensa, è ‘res gestae’. Ma il gesto ha un inizio e una fine. E invece solo gli eterni hanno Storia. Che non ha termine nemmeno con la loro morte. Solo essi possono morire. Anzi, è con la morte degli eterni che all’interno della loro Storia va mostrandosi la Gioia: La Storia non è soltanto il comparire e lo scomparire degli eterni: è l’ordine di questa vicenda.Non una semplice contrapposizione dei due termini, diciamo; e tuttavia essa non è nemmeno assente: precede la morte e con la morte ha compimento – sebbene anche prima della morte, anche nella non verità, quella dei mortali sia Storia degli eterni.La Storia precede quindi e segue la morte. E appare all’interno della Gioia e della totalità degli eterni: all’interno dell’Infinito che va mostrandosi nella Storia e, inesauribile, ne rende possibile l’infinito dispiegarsi.
(Emanuele Severino, Storia, Gioia, Adelphi, Milano 2016, Avvertenza).