La questione se Spinoza sia ateo o panteista, sostanzialmente non ha senso; Spinoza è ebro di infinito, di assoluto, di eterno; e questo egli chiamerà promiscuamente Dio o Natura. Tale ebbrezza non è rapimento mistico, non è fede ricevuta, non è imposizione; non si subisce per autorità o per grazia; non è insomma passività; ma si conquista con processo vivo di attività, onde finalmente si raggiunge quel punto già accennato dove passione e conoscenza si fondono in un sola fiamma di penetrazione obiettiva e di beatitudine soggettiva, di consapevolezza suprema e di libertà : ‘Amor Dei intellectualis’; ma anche, necessariamente, per la logica determinazione spinoziana, ‘sive Natura’.
(Erminio Troilo, Introduzione alla filosofia di Benedetto Spinoza in Benedetto Spinoza, Etica, Libri Italia, 1997, p. 47).