V’è chi – e sono molti – ritiene di fare i conti con le grandi filosofie saltandole a piè pari, liquidandole con l’appiccicare sulla fronte pensante del loro autore un’etichetta.
Gli esempi si sprecano: Friedrich Nietzsche pazzo, Giovanni Gentile fascista, Heidegger nazista, Leopardi malato (o sfigato).
Più che difendere i Grandi dagli attacchi ad personam dei Nani, rivolgiamo a questi ultimi l’invito che lo stesso Leopardi rivolse ai suoi detrattori in una lettera del 24 maggio 1832 indirizzata al filologo e amico svizzero Luigi De Sinner.
“Questo non dipende che dalla vigliaccheria degli uomini, che hanno bisogno di essere convinti del pregio dell’esistenza, che hanno voluto vedere le mie opinioni filosofiche come il risultato delle mie sofferenze particolari e che si ostinano ad attribuire a circostanze materiali ciò che non deriva che dal mio intelletto. Prima di morire voglio protestare contro questa invenzione della debolezza e della volgarità e pregare i lettori di voler distruggere le mie osservazioni e i miei ragionamenti piuttosto che accusare le mie malattie.”
fonte informativa:
Facebook/Gazzetta filosofica