UMBERTO GALIMBERTI “Dire Io è dire in certo qual modo solo uno pseudonimo”- DIRE IO , XVII edizione di Filosofi Lungo l’Oglio, XVII Edizione, 14 luglio 2022

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UMBERTO GALIMBERTI “Dire Io è dire in certo qual modo solo uno pseudonimo”- DIRE IO – XVII Edizione

Ha insegnato Filosofia della storia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia ed è uno tra i più importanti filosofi e psicoanalisti di formazione junghiana italiani.

Si laurea in filosofia dell’Università Cattolica di Milano, presentato da Emanuele Severino con una tesi dal titolo La logica filosofica di Karl Jaspers. Successivamente frequenta l’Università di Basilea, dove viene a contatto con lo psichiatra e filosofo Karl Jaspers, di cui diverrà poi uno dei principali traduttori e divulgatori italiani.

Nel 1976 diventa professore incaricato di Antropologia culturale presso la neonata Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, quindi professore associato di Filosofia della storia nel 1983, assumendone la titolarità di cattedra nel 1999, dopo aver conseguito l’ordinariato in questa disciplina. Dal 2002, ha avuto l’incarico di insegnamento di Psicologia generale e di Psicologia dinamica, affiancando altresì l’incarico di insegnamento di Filosofia morale. Nel 1985 diventa membro ordinario dell’International Association for Analytical Psychology. È stato vicepresidente dell’Associazione Italiana per la Consulenza Filosofica Phronesis e, attualmente, è membro del comitato scientifico. Nel 2006, con Luigi Perissinotto, ha inaugurato il primo master universitario in Consulenza filosofica presso l’Università di Venezia. Ha collaborato con «Il Sole24Ore» dal 1987 al 1995. Tutt’oggi scrive per «La Repubblica» con editoriali su temi d’attualità e con approfondimenti di carattere culturale, oltre che l’inserto settimanale della rubrica epistolare di «D. La Repubblica delle Donne». Nel 2002 gli è stato assegnato il Premio internazionale «Maestro e traditore della psicanalisi» e, nel 2011, il «Premio Ignazio Silone» per la cultura. Nell’arco del suo percorso ha fissato il proprio sguardo filosofico sui confini tra ragione e follia, nei suoi studi ha indagato con metodo genealogico le nozioni di simbolo, corpo e anima, rendendo visibili le tracce del sacro che persistono nella nostra civiltà dominata dalla tecnica. Tra le altre sue opere pubblicate in più lingue, tra cui anche il giapponese, ricordiamo: L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani, Feltrinelli 2007; Eros e psiche, AlboVersorio 2012; I miti del nostro tempo, Feltrinelli 2012; La terra senza il male. Jung dall’inconscio al simbolo, Feltrinelli 2013; Nuovo Dizionario di Psicologia, Psichiatria, Psicoanalisi, Neuroscienze, Feltrinelli 2018; Perché? 100 storie di filosofi per ragazzi curiosi (con I. Merlini e M. L. Petruccelli) Feltrinelli 2019; Heidegger e il nuovo inizio. Il pensiero al tramonto dell’Occidente, Feltrinelli 2020; La condizione giovanile nell’età del nichilismo, Orthotes 2022. Dal 2001 è in corso di ripubblicazione nell’Universale Economica Feltrinelli l’intera opera del filosofo, di cui segnaliamo il seguente volume: XVI, La casa di psiche. Dalla psicoanalisi alla pratica filosofica (2017).

dalla pagina facebook Filosofi lungo l’Oglio (https://www.facebook.com/filosofilungologlio/): 

«La nostra costituzione #identitaria è scissa tra l’economia sociale e quella della specie. Queste due #pulsioni vivono in un #antagonismo che rendono la struttura dell’io instabile. La #razionalità regge variando continuamente nella possibilità di contemperare queste due istanze. Accade, a volte, che questo peró non riesca: questa è la condizione in cui si manifesta la psicosi, di cui – in qualche modo – ne soffriamo tutti. La grande #sofferenza è tentare di restare in #equilibrio tra l’istanza sociale e pulsionale. Pensiamo, ad esempio, al rapporto d’amore, quando qualcuno dice “ti amo” chi davvero fa questa offerta? Chi è questo io che parla? Ecco perché davanti a questa espressione ne rimaniamo sempre stupiti. Platone dice che il rapporto d’amore non è fra me e te, ma tutto avviene nella dimensione dell’irrazionale. Fare l’amore è questo: significa rapportare la nostra parte egoica con quella folle ed è possibile farlo solo se l’altro individua, percepisce e riconosce il #valore della propria follia. Solo se la #follia viene intercettata si entra nelle cose dell’amore».

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