Giulio Zucchelli, Wittgenstein ti risponderebbe così: non è che in filosofia autentica si possa dare sfogo alle “stranezze” che gli “individui” sciorinano ogni volta che aprono bocca o agli affogamenti, ricorrenti, nel mare inesplorabile della metafisica, dove il filosofo autentico non dovrebbe mai entrare, non fosse altro perché nessuno sa ancora rispondere alla domanda che precede tutte le altre: “Perché c’è dell’essere e non piuttosto il nulla?” La stessa risoluzione della suddetta questione che ne dà il “destino della verità” affermando l’eternità di tutto ciò che appare, persino dei peli della barba, ancora non riceve il consenso da parte dell’intero pensiero contemporaneo. Ed è per lo meno strano che la verità incontrovertibile non appaia tale all’intero pensiero contemporaneo. Occorre cautela, in filosofia. Occorre prestare molta attenzione a ciò che normalmente ci viene da dire o che ci piace dire. Ma il dire è una cosa, la verità è un’altra cosa.
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