Al senso comune appaiono le cose del mondo. Questo significa che al senso comune appare il mondo nel suo divenire (altro da sé). Cioè ancora, che le cose che divengono altre da sé stesse, appaiono al senso comune.
La coscienza filosofica che si solleva ad un punto di vista meno naturalistico, delle cose che appaiono coglie anche il loro apparire: l’ apparire del loro apparire.
La vetta dell’ autocoscienza scorge che anche l’ apparire dell’apparire appare: é l’apparire dell’apparire dell’apparire.
In questi tre momenti distinti di una unica immediatezza fenomenologia si realizza il destino dell’ uomo, oltre il tempo del mortale. La verità dell’ essere, la necessità del suo esser se stesso, testimonia dell’ eternità di quell’ ente eterno che è il suo apparire.
E questo apparire finito rimanda all’ apparire infinito del tutto, di cui il “mondo” evocato dal mortale con tutta la storia millenaria del nichilismo, è solo una punta di spillo al confronto
pubblicato nel gruppo facebook Amici di Emanuele Severino con questo commento di Vasco Ursini:
qui, Luciano Tomagè mostra tutta la sua capacità di saper scorgere ciò che appare nello sguardo del destino e di testimoniarlo con mirabile padronanza del mezzo linguistico

Da dilettante, non sono certo di aver afferrato i tre momenti dell’apparire in un’unica immediatezza. Mi è sembrato più o meno cosi:
1^ distinzione di un’unica immediatezza: apparire al senso comune (“cose che divengono altro da sè stesse”);
2^ distinzione di un’unica immediatezza: apparire del loro apparire (il livello meno naturalistico della coscienza filosofica comprende che si tratta solo di un apparire delle cose, le quali non divengono altro da sè stesse);
3^ distinzione di un’unica immediatezza: apparire dell’apparire dell’apparire (“la vetta dell’autocoscienza scorge che anche l’apparire dell’apparire appare”, e dunque il non divenire altro da sè costituisce l’apparire/affermarsi della necessità dell’essere, la sua eternità. Il nulla perde, per così dire, ogni diritto di cittadinanza.
E’ così?
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ho girato il commento a VASCO URSINI, il regista di questo blog, che così risponde:
Io, fossi in te, prima cercherei di capire correttamente ciò che leggo. Solo dopo, mi azzarderei a esprimere un giudizio. Rileggi, dunque, lo scritto, ruminalo e poi ne possiamo riparlare
nel caso volesse comunicare direttamente con Vasco Ursini, può farlo sulla sua pagina facebook https://www.facebook.com/groups/995555343856790/?fref=ts
saluti cordiali
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