Volendo la propria immortalità attraverso il divenir altro, il mortale (“anima”, “io”, “individuo”, “persona”, “soggetto”, “coscienza”, “Io trascendentale”, ecc.) non solo vuole l’impossibile, ma perde di vista la Gloria che egli è in se stesso, nella sua essenza profonda.
(E. Severino, Destino della necessità, p. 591)