Sono molti coloro che criticano la tecnica alla luce della dignità dell’uomo o con simili argomentazioni. A loro Emanuele Severino dice:
“Tutti coloro che appartengono alla cultura che condanna la civiltà della tecnica falliscono inevitabilmente perché sono infedeli alle loro radici autentiche (cioè all’alienazione essenziale), perché sono incoerenti rispetto alla persuasione essenziale che li avvolge: le loro istanze e i loro progetti di un mondo più umano sono i relitti che il deserto, crescendo, si lascia indietro. La filosofia, il cristianesimo, il marxismo, l’arte, sono i grandi relitti del deserto che cresce”.
(E, Severino, Gli abitatori del tempo, Armando, Roma 1978, p. 417)