Si ritiene tuttora che la teoria ‘generale’ della relatività di Einstein e la fisica quantistica di Heisenberg si contrappongono mantenendosi ‘entrambi’ all’interno del senso greco-occidentale dell'”essere” e del “nulla”: per il “determinismo” di Einstein le forme di energia escono dal proprio esser nulla e vi ritornano seguendo un percorso inevitabile (“determinato”) e quindi prevedibile: per Heisenberg tale percorso non è né inevitabile né prevedibile; ma anche per lui le forme di energia escono e rientrano nel proprio nulla. Non è un caso che egli abbia ricondotto il concetto di “onde di probabilità” al concetto aristotelico di ‘dynamis’, “potenza”, cioè alla ‘possibilità’ reale (non alla necessità) che uno stato del mondo sia seguito da un cert’altro stato). Freud ebbe a scrivere, di Einstein, col quale ebbe peraltro rapporti cordiali: “Capisce di psicologia quanto io capisco di fisica”. Eppure si capiscono benissimo sul fondamento ultimo, cioè sulla caducità delle cose del mondo, che oggi è data comunque per scontata.
(E. Severino, La potenza dell’errare, Rizzoli, Milano 2013, pp.188-189)