Severino, imperterrito, insiste sull”eternità di ogni cosa e soprattutto su quella dei mortali. Ascoltiamolo con grande attenzione, comprendiamolo e riflettiamo:
“Ma l’eternità del nostro corpo non vuol dire che noi continueremo ad apparire così come ora noi siamo, così, cristallizzati in questa nostra posizione; significa invece che questa nostra situazione, anche se sarà raggiunta da altre condizioni, è ed è impossibile che non sia, e che siamo destinati a infinite altre posizioni del nostro corpo.
Quindi non si confonda l’eternità di ogni istante del contenuto dell’apparire con la perpetuazione di quell’istante, quasi che noi fossimo fissati alla nostra situazione attuale, come se essa dovesse risultare insuperabile.”
E.S. (Identità del destino – lezioni veneziane)