Agli amici che continuamente mi chiedono indicazioni e consigli sui libri di Emanuele Severino, rispondo che essi possono essere divisi in due categorie:
a) i testi hanno prevalentemente il compito di indicare il senso nascosto dell’alienazione essenziale e la sua presenza nella civiltà occidentale;
b) i testi hanno prevalentemente il compito di indicare lo ‘stare’ della verità, il ‘destino’ della verità.
Nella prima categoria (a) possono essere inseriti i seguenti testi:
Essenza del nichilismo (Adelphi, 1972, seconda ed. 1981),
Gli abitatori del tempo (Armando, 1978),
Legge e caso (Adelphi, 1979), Il parricidio mancato (Adelphi, 1985),
La tendenza fondamentale del nostro tempo (Adelphi, 1988),
Il giogo. Alle origini della ragione: Eschilo (Adelphi, 1989),
La filosofia futura (Rizzoli, 1989), Il nulla e la poesia (Rizoli, 1990) e alcuni altri.
Nella seconda categoria (b) possono essere inseriti i seguenti testi:
La struttura originaria (1958, Adelphi, sec. ed., 1981),
Sudi di filosofia della prassi (1962, Adelphi sec. ed. 1984),
la stessa prima parte di Essenza del nichilismo, Destino della necessità (Adelphi, 1980),
Oltre il linguaggio, (Adelphi, 1992), T
autotes (Adelphi, 1995),
e da ultimo:L’anello del ritorno, La Gloria, Oltrepassare, La morte e la terra, DiKe, Storia, gioia e altri ancora.
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