Stare ‘oltre’ il nichilismo significa sapere che “perpetuo” – e ‘ non’ “acquistabile” da una qualche operazione (come l’opera d’arte, o la grazia divina) – non è solo ciò che costituisce l’essenza delle cose, ma ‘tutto’ ciò che loro appartiene; e che dunque un evento consistente in “coloro ch non sono più” è soltanto il contenuto di un sogno; di un incubo. Non c’è nessuno che non sia più. Tutto è eterno.
È vero che ricordare è sognare; ma anche i sogni e ciò che essi mostrano sono eterni. Anche l’errare, la contraddizione, la stessa follia del nichilismo sono eterni. Eterno è ‘tutto’ il contenuto dei nostri ricordi, anche se, come dicevo prima, grigio, dis-tratto, sfigurato.
L”essenza del nichilismo è pensare che le cose vengono dal nulla e vi ritornano. Questo pensiero implica che si creda che gli esseri (ossia ciò che non è nulla) siano nulla. E questa è l’impossibilità estrema.
Appunto per questo i nostri morti ci attendono, come le stelle del cielo attendono che passino la notte e la nostra incapacità di vederle se non al buio.
(Emanuele Severino, Il mio ricordo degli eterni, Rizzoli, p. 16)