Tra le pagine de La legna e la cenere che questa mattina sfogliavo, ho ritrovato un piccolo ritaglio di giornale – messo lì chissà da quanto tempo – in cui mancano l’intestazione, la data e il nome dell’intervistatore che ha rivolto a Emanuele Severino la seguente domanda:
Consiglierebbe ai giovani di dedicarsi a studi filosofici?
Ecco la risposta di Severino:
“Non cercherei mai di convincere un giovane a interessarsi di filosofia. Non sono i buoni consigli, ma la sofferenza e la morte a porre le domande che accendono il pensiero.
Quanto alle risposte, chissà… Io so solo che un mio caro amico, il vecchio sindaco di Brescia Bruno Boni, democristiano e cattolico praticante, volle essere seppellito assieme a un mio libro, Essenza del nichilismo. Mi piace interpretare questo gesto come la prova che nel mio pensiero aveva trovato qualche risposta. O perlomeno qualche consolazione.
Ma una cosa è certa: la filosofia non si propone niente e non punta a nulla. Scopi e obiettivi riducono la nostra esperienza a una dimensione banalmente tecnologica”.