Tanto la Chiesa quanto i suoi odierni avversari riducono la filosofia contemporanea a un “relativismo” invertebrato, a uno scetticismo ingenuo che, negando ogni verità assoluta, non sa nemmeno di avere la pretesa di valere esso come verità assoluta. La filosofia contemporanea non ha nulla a che vedere con lo scetticismo ingenuo. Nei suoi luoghi più alti (Nietzsche, Gentile e soprattutto Leopardi) essa comprende che se il mondo è divenire, creazione e annientamento delle cose e degli eventi, allora è impossibile che al di là o all’interno del mondo esista una qualsiasi realtà immutabile e una qualsiasi verità definitiva, perché essa anticiperebbe tutti gli eventi che si producono nel divenire del mondo, che pertanto sarebbe ridotto a pura illusione. Per la filosofia del nostro tempo è quindi necessario liberarsi dal cristianesimo, che vuole essere appunto la verità definitiva e suprema in cui viene affermata la realtà immutabile di Dio.
Emanuele Severino, Corriere della Sera (21 febbraio 1999)
