La poiesis, come poesia originaria ed essenziale, cioè come produzione originaria della salvezza e della felicità, si presenta a un certo punto della storia dell’uomo, come filosofia.
L’angoscia per il dolore e la morte è dovuta alla loro imprevedibilità; e tale imprevedibilità giunge all’estremo quando la filosofia, nascendo, pensa innanzitutto che ciò che si manifesta nell’Aletheia sia il “nulla” da cui le cose provengono e in cui ritornano. Il nulla infatti è l’assolutamente imprevedibile e dunque l’assolutamente angosciante.
L’immagine festiva della vita, che la filosofia comincia a produrre rinnovando la festa arcaica, si solleva al di sopra della nullità di cui la vita è intrisa salvando l’uomo dal nulla.
E.S. – Il muro di pietra, 2006 – p.36-37