Il principio di indeterminazione di Heisenberg è uno degli aspetti più significativi della presenza, nella fisica contemporanea, del senso ontologico del diventar altro e dell’implicazione, da parte di tale senso, dell’imprevedibilità e casualità degli eventi. Per Heisenberg la tesi che afferma la possibilità di un’ “esatta conoscenza del presente” – cioè la possibilità dell’esistenza della condizione che “permette di calcolare il futuro” – è “falsa”. Il futuro è, appunto, imprevedibile e casuale.
Tuttavia questo suo principio non può riguardare l’essente in quanto essente, ossia ogni essente, perché la frequenza di formalismi concettuali con la quale Heisenberg giunge al principio di indeterminazione è tale che ogni stato di essa implica necessariamente lo stato successivo, ossia permette di calcolarlo. Una “dimostrazione” è infatti una sequenza in cui le conseguenze sono implicate necessariamente dalle premesse; e se un’implicazione logica non va confusa col rapporto tra due stati del mondo fisico, tuttavia, qualora il rapporto di indeterminazione tra questi stati dovesse essere esteso a ogni essente, allora anche ogni premessa logica (che è un essente) sarebbe, rispetto alla conseguenza (che è un altro essente) uno stato del mondo che non permette di calcolare lo stato successivo.Pertanto, o si rinuncia al carattere di necessità delle implicazioni concettuali del formalismo che conduce al principio di indeterminazione, oppure si riconosce che il campo di applicazione di tale principio è limitato al mondo fisico.
Ma va anche aggiunto che per il nichilismo coerente questa limitazione non è una difficoltà. E’ anzi, sul piano trascendentale della riflessione sull’essente in quanto essente, va ricordato che il nichilismo coerente non è uno scetticismo ingenuo ( che negando ogni verità nega anche la verità di questa sua negazione), ma è l’affermazione di quell’unica “verità assoluta”, e tenuta ferma come assoluta, che è l’esistenza del diventar altro, e ‘cioè della imprevedibilità e casualità di ogni evento: quell’unica verità assoluta che implica non casualmente l’inesistenza di ogni immutabile, di ogni connessione necessaria tra gli eventi e pertanto di ogni determinismo.
( Emanuele Severino, Intorno al senso del nulla, Adelphi, Milano 2013, pp. 31 – 32).
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