ANCORA SULLA VOLONTA’/FEDE, di Luciano Tomagè, con una nota di Vasco Ursini

ANCORA SULLA VOLONTA’/FEDE

La forma del mortale è la Volontà. Noi, in quanto mortali, siamo individuazioni di questa forma, e come tali, contenuto di questa forma. Il mortale, cioè, è avvolto dalla Volontà.
La Volontà si esprime nell’ azione, nella prassi, nel processo infinito di decisioni (conscie e/o inconscie) che accompagnano la nostra vita.
Ora, tale Volontà presiede la logica dell’ azione individuale, cioè coordina mezzi in vista di scopi, dove tali scopi rappresentano un cambiamento, un alterazione dello stato di cose presenti prima dell’ azione.
Ciò significa che la Volontà possiede la certezza del tentativo di ottenere lo scopo, cioè di cambiare lo stato di cose esistenti. La Volontà è convinta di poter fare e, facendo, cambiare lo stato di cose non voluto, di poterlo alterare in modo conforme ai suoi desideri, alle sue preferenze, ai suoi voleri, alle sue pretese, al suo arbitrio….
La forma del mortale è una forma essenziale della nostra origine perchè esprime appunto l’ essenza del Nulla assoluto, come ogni fede del resto. Ogni fede che pure accade, ha un contenuto nullo, autonegantesi. Ma le fedi accadono, il mondo è una fede, dio è una fede….tutte fedi e ciascuna con un suo specifico contenuto. Come la Volontà. La Fede è Volontà, Volontà di potenza.
Ora la Fede, oppure la Volontà, accade innegabilmente. In questo senso, essa è essenziale, cioè occorre alla struttura originaria della Verità in quanto contraddizione necessaria, e come tale autonegantesi. Il Nichilismo è propriamente la positiva significazione di questa fede nel divenire altro, di questa volontà che le cose si trasformino: una Volontà che contraddice la Verità dell’ Essere, appunto. Verità che afferma l’ eternità di ogni cosa.
Questa contraddizione è destinata a portare il mortale oltre ogni limite mai superato prima, tranne che la morte. Perchè la morte è il contenuto della vita del mortale anche nel prossimo futuro di un mondo tecnocratico. Nel suo inconscio il mortale porta tutta la colpa del peccato d’ origine….volere la potenza, cioè illudersi circa la sua esistenza, contraddicendo la Verità dell’ essere. La Volontà che ha fede nel divenire altro delle cose del mondo è la necessaria negazione della Verità dell’ essere che ne afferma invece l’ eternità.
La forma dell’ uomo in quanto cerchio dell’ apparire finito del Destino avvolge la forma del mortale, la contiene strutturalmente già da sempre.


nota di Vasco Ursini:

Anche questo scritto di Luciano Tomagè conferma la sua straordinaria capacità di porsi nello sguardo della verità del destino e di darne chiara testimonianza con mirabile livello di possesso ed uso del mezzo linguistico. Lo scritto merita pertanto di essere collocato nel mio blog dedicato al pensiero filosofico di Emanuele Severino.

2 pensieri riguardo “ANCORA SULLA VOLONTA’/FEDE, di Luciano Tomagè, con una nota di Vasco Ursini

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