Il pensiero che, al di là del nichilismo, vede il senso autentico dell’essere – e cioè dell’ “esser cosa” delle cose – ‘non è’ dunque ateismo! Esso non scende, come l’ateismo, al di sotto di Dio, riducendo l’essere al mondo, ma vede ciò che sta al di sopra di Dio: vede il senso autentico di ciò che è. Ciò che è – l’essere – sta al di sopra di ogni riduzione dell’essere al nulla, e quindi sta al di sopra della riduzione che agisce nella coscienza di chi afferma l’esistenza di Dio e intende Dio come una mente che crede di poter creare e annientare ciò che è. Anche “Dio” – cioè anche la coscienza che afferma Dio – riduce ‘troppo’ i confini di ciò che è: troppo, perché riduce al nulla tutte le cose. Dio non è troppo, come ritiene l’insipienza dell’ateo, ma è ‘troppo poco’.
(Emanuele Severino, Pensieri sul cristianesimo, Rizzoli, Milano 1995, p. 286)