Vasco Ursini
31 marzo 2018
Le due anime dell’Occidente, i suoi due inconsci:
“Noi siamo la Gioia. Questa parola non indica un sentimento psicologico: indica il gioire del Tutto per il suo essere il Tutto: appagamento di ogni bisogno, liberazione di ogni dolore, il colmarsi di ogni lacuna. Ma noi siamo anche la fede di essere circondati e penetrati dal dolore, dalla morte, dal niente. E facciamo presto ad allontanare dalla serietà della nostra esistenza la fola secondo cui noi siamo il gioire del Tutto. Noi siamo la Gioia e, insieme, la fede di essere tutt’altro. Due anime abitano nel nostro petto: una nascosta, e l’altra manifesta” (La strada, la follia, la gioia, p. 87)
Va ribadito qui che anche l’anima manifesta è manifesta solo parzialmente in quanto non sa, non può sapere, che la nientità dell’ente non è verità ma il frutto di un’interpretazione. L’inconscio nichilistico non è dunque il fondo ultimo dell’Occidente. Al fondo di quell’inconscio c’è un altro inconscio, un “inconscio dell’inconscio”, che consiste nella verità originaria dell’essere e che è presente nel profondo dell’anima di ogni abitatore del tempo.