EMANUELE SEVERINO PRESENTA: IL MIO RICORDO DEGLI ETERNI. AUTOBIOGRAFIA, al programma televisivo CHE TEMPO CHE FA, 22 MAGGIO 2011, AUDIO, 18 minuti

Ascolta l’Audio, 18 minuti:  ESeverinoRicordoEterni22mag11 … ogni istante è impossibile che divenga nulla e vada nel nulla …… .... soltanto se qualcosa è eterno può essere ricordato …… .... ogni istante è … … .... la parola “eterno” sta a significare “essere senza diventare nulla” … … ognuno di noi è un firmamento stellato .... .... … Leggi tutto EMANUELE SEVERINO PRESENTA: IL MIO RICORDO DEGLI ETERNI. AUTOBIOGRAFIA, al programma televisivo CHE TEMPO CHE FA, 22 MAGGIO 2011, AUDIO, 18 minuti

Emanuele Severino, Noi, ciascuno di noi, come luogo della Verità, audio del 2011 tratto dal blog di Gabriele De Ritis

audio: http://www.gabrielederitis.it/wordpress/audio/Severino/NoiComeLuogoVerita.mp3 tratto dal blog di Gabriele De Ritis: http://www.gabrielederitis.it/wordpress/

EMANUELE SEVERINO, LA PAROLA “COSA” (POI INTITOLATO: LE”COSE” E LA TECNICA), FESTIVAL FILOSOFIA 2012, MODENA 15 SETTEMBRE – LEZIONI MAGISTRALI

lezioni magistrali Emanuele Severino Le "cose" e la tecnica     Piazza Grande da  Festival Filosofia - lezioni magistrali   Registrazioni Audio della lezione e delle domande/risposte:   La Lezione è riportata anche in questo video Youtube:   http://youtu.be/jMItLeVJGVE «La parola cosa ha un carattere architettonico ed archetipico: ci sono dei significati che dominano tutti … Leggi tutto EMANUELE SEVERINO, LA PAROLA “COSA” (POI INTITOLATO: LE”COSE” E LA TECNICA), FESTIVAL FILOSOFIA 2012, MODENA 15 SETTEMBRE – LEZIONI MAGISTRALI

audio :”MEDITAZIONI RIMINESI” 2009: RIFLESSIONI SULL’ECONOMIA CONTEMPORANEA Domenica 8 febbraio, EMANUELE SEVERINO, Università San Raffaele di MilanoSul declino del capitalismo

http://media.comune.rimini.it/redazioneweb/audio/emanuele-severino-new.mp3.upload?fbclid=IwAR08Rq--bA0Su6M-52MdLeFJTyy_dCt4Cx9rrC_2zOsKBWZ3_H806g9SXyc

Giacomo LEOPARDI, LA GINESTRA (1836). AUDIO della Lettura di Carmelo BENE e un commento in video di Emanuele SEVERINO (2010)

Carmelo Bene recita LA GINESTRA: Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.Giovanni,  III, 19 Qui su l’arida schiena del formidabil monte sterminator Vesevo, la qual null’altro allegra arbor nè fiore, tuoi cespi solitari intorno spargi, odorata ginestra, contenta dei deserti. Anco ti vidi … Leggi tutto Giacomo LEOPARDI, LA GINESTRA (1836). AUDIO della Lettura di Carmelo BENE e un commento in video di Emanuele SEVERINO (2010)

Emanuele Severino, Conferenza sul  tema “Festa e Poesia: tra Dante e Leopardi”, alla ACCADEMIA CAPELLINI 28 Maggio 2016, audio di 2 ore

ACCADEMIA CAPELLINI 28 Maggio 2016 "Festa e Poesia tra Dante e Leopardi" di Emanuele Severino Sabato 28  maggio, nei locali dell’Accademia Lunigianese di Studi «Giovanni  Capellini, il professor Emanuele Severino ha tenuto una conferenza sul  tema “Festa e Poesia: tra Dante e Leopardi” dal sito accademia capellini  

Emanuele Severino, SUL SACRO. Audio in occasione del Premio Alessandro Manzoni, Lecco (provincia di Como), 26 ottobre 2012

Avatar di Paolo FerrarioANTOLOGIA DEL TEMPO CHE RESTA

Emanuele Severino sul SACRO: 

Qui la bella

DISPENSA della giornalista/filosofa  Vera Fisogni  

connessa all’articolo “Severino e Manzoni: dialogo a distanza alLa ricerca del  Sacro”, pubblicato sulla Provincia di Como e di Lecco del 26 ottobre 2012, pagg 42-43:

Questo ricordo è associato al  mio Diario dell’intero pomeriggio:

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GABRIELE LAVIA dice IL  SABATO DEL VILLAGGIO di GIACOMO LEOPARDI, audio del 25 marzo 2018

La donzelletta vien dalla campagna, In sul calar del sole, Col suo fascio dell’erba; e reca in mano Un mazzolin di rose e di viole, Onde, siccome suole, Ornare ella si appresta Dimani, al dì di festa, il petto e il crine. Siede con le vicine Su la scala a filar la vecchierella, Incontro là … Leggi tutto GABRIELE LAVIA dice IL  SABATO DEL VILLAGGIO di GIACOMO LEOPARDI, audio del 25 marzo 2018

Pier Paolo Pasolini, IO SO. Audio e articolo in Corriere della Sera, 14 novembre 1974

Corriere della Sera, 14 novembre 1974

Cos’è questo golpe? Io so

di Pier Paolo Pasolini

Io so.
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato “golpe” (e che in realtà è una serie di “golpe” istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
Io so i nomi del “vertice” che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di “golpe”, sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli “ignoti” autori materiali delle stragi più recenti.
Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).
Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l’aiuto della Cia (e in second’ordine dei colonnelli greci della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il ’68, e in seguito, sempre con l’aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del “referendum”.
Io so i nomi di coloro che, tra una Messa e l’altra, hanno dato le disposizioni e assicurato la protezione politica a vecchi generali (per tenere in piedi, di riserva, l’organizzazione di un potenziale colpo di Stato), a giovani neo-fascisti, anzi neo-nazisti (per creare in concreto la tensione anticomunista) e infine criminali comuni, fino a questo momento, e forse per sempre, senza nome (per creare la successiva tensione antifascista). Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro a dei personaggi comici come quel generale della Forestale che operava, alquanto operettisticamente, a Città Ducale (mentre i boschi italiani bruciavano), o a dei personaggio grigi e puramente organizzativi come il generale Miceli.
Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killer e sicari.
Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli.
Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero.
Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell’istinto del mio mestiere. Credo che sia difficile che il mio “progetto di romanzo”, sia sbagliato, che non abbia cioè attinenza con la realtà, e che i suoi riferimenti a fatti e persone reali siano inesatti. Credo inoltre che molti altri intellettuali e romanzieri sappiano ciò che so io in quanto intellettuale e romanziere. Perché la ricostruzione della verità a proposito di ciò che è successo in Italia dopo il ’68 non è poi così difficile.
Tale verità – lo si sente con assoluta precisione – sta dietro una grande quantità di interventi anche giornalistici e politici: cioè non di immaginazione o di finzione come è per sua natura il mio. Ultimo esempio: è chiaro che la verità urgeva, con tutti i suoi nomi, dietro all’editoriale del “Corriere della Sera”, del 1° novembre 1974.
Probabilmente i giornalisti e i politici hanno anche delle prove o, almeno, degli indizi.
Ora il problema è questo: i giornalisti e i politici, pur avendo forse delle prove e certamente degli indizi, non fanno i nomi.
A chi dunque compete fare questi nomi? Evidentemente a chi non solo ha il necessario coraggio, ma, insieme, non è compromesso nella pratica col potere, e, inoltre, non ha, per definizione, niente da perdere: cioè un intellettuale.
Un intellettuale dunque potrebbe benissimo fare pubblicamente quei nomi: ma egli non ha né prove né indizi.
Il potere e il mondo che, pur non essendo del potere, tiene rapporti pratici col potere, ha escluso gli intellettuali liberi – proprio per il modo in cui è fatto – dalla possibilità di avere prove ed indizi.
Mi si potrebbe obiettare che io, per esempio, come intellettuale, e inventore di storie, potrei entrare in quel mondo esplicitamente politico (del potere o intorno al potere), compromettermi con esso, e quindi partecipare del diritto ad avere, con una certa alta probabilità, prove ed indizi.
Ma a tale obiezione io risponderei che ciò non è possibile, perché è proprio la ripugnanza ad entrare in un simile mondo politico che si identifica col mio potenziale coraggio intellettuale a dire la verità: cioè a fare i nomi.
Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia.
All’intellettuale – profondamente e visceralmente disprezzato da tutta la borghesia italiana – si deferisce un mandato falsamente alto e nobile, in realtà servile: quello di dibattere i problemi morali e ideologici.
Se egli vien messo a questo mandato viene considerato traditore del suo ruolo: si grida subito (come se non si aspettasse altro che questo) al “tradimento dei chierici” è un alibi e una gratificazione per i politici e per i servi del potere.
Ma non esiste solo il potere: esiste anche un’opposizione al potere. In Italia questa opposizione è così vasta e forte da essere un potere essa stessa: mi riferisco naturalmente al Partito comunista italiano.
È certo che in questo momento la presenza di un grande partito all’opposizione come è il Partito comunista italiano è la salvezza dell’Italia e delle sue povere istituzioni democratiche.
Il Partito comunista italiano è un Paese pulito in un Paese sporco, un Paese onesto in un Paese disonesto, un Paese intelligente in un Paese idiota, un Paese colto in un Paese ignorante, un Paese umanistico in un Paese consumistico. In questi ultimi anni tra il Partito comunista italiano, inteso in senso autenticamente unitario – in un compatto “insieme” di dirigenti, base e votanti – e il resto dell’Italia, si è aperto un baratto: per cui il Partito comunista italiano è divenuto appunto un “Paese separato”, un’isola. Ed è proprio per questo che esso può oggi avere rapporti stretti come non mai col potere effettivo, corrotto, inetto, degradato: ma si tratta di rapporti diplomatici, quasi da nazione a nazione. In realtà le due morali sono incommensurabili, intese nella loro concretezza, nella loro totalità. È possibile, proprio su queste basi, prospettare quel “compromesso”, realistico, che forse salverebbe l’Italia dal completo sfacelo: “compromesso” che sarebbe però in realtà una “alleanza” tra due Stati confinanti, o tra due Stati incastrati uno nell’altro.
Ma proprio tutto ciò che di positivo ho detto sul Partito comunista italiano ne costituisce anche il momento relativamente negativo.
La divisione del Paese in due Paesi, uno affondato fino al collo nella degradazione e nella degenerazione, l’altro intatto e non compromesso, non può essere una ragione di pace e di costruttività.
Inoltre, concepita così come io l’ho qui delineata, credo oggettivamente, cioè come un Paese nel Paese, l’opposizione si identifica con un altro potere: che tuttavia è sempre potere.
Di conseguenza gli uomini politici di tale opposizione non possono non comportarsi anch’essi come uomini di potere.
Nel caso specifico, che in questo momento così drammaticamente ci riguarda, anch’essi hanno deferito all’intellettuale un mandato stabilito da loro. E, se l’intellettuale viene meno a questo mandato – puramente morale e ideologico – ecco che è, con somma soddisfazione di tutti, un traditore.
Ora, perché neanche gli uomini politici dell’opposizione, se hanno – come probabilmente hanno – prove o almeno indizi, non fanno i nomi dei responsabili reali, cioè politici, dei comici golpe e delle spaventose stragi di questi anni? È semplice: essi non li fanno nella misura in cui distinguono – a differenza di quanto farebbe un intellettuale – verità politica da pratica politica. E quindi, naturalmente, neanch’essi mettono al corrente di prove e indizi l’intellettuale non funzionario: non se lo sognano nemmeno, com’è del resto normale, data l’oggettiva situazione di fatto.
L’intellettuale deve continuare ad attenersi a quello che gli viene imposto come suo dovere, a iterare il proprio modo codificato di intervento.
Lo so bene che non è il caso – in questo particolare momento della storia italiana – di fare pubblicamente una mozione di sfiducia contro l’intera classe politica. Non è diplomatico, non è opportuno. Ma queste categorie della politica, non della verità politica: quella che – quando può e come può – l’impotente intellettuale è tenuto a servire.
Ebbene, proprio perché io non posso fare i nomi dei responsabili dei tentativi di colpo di Stato e delle stragi (e non al posto di questo) io non posso pronunciare la mia debole e ideale accusa contro l’intera classe politica italiana.
E io faccio in quanto io credo alla politica, credo nei principi “formali” della democrazia, credo nel Parlamento e credo nei partiti. E naturalmente attraverso la mia particolare ottica che è quella di un comunista.
Sono pronto a ritirare la mia mozione di sfiducia (anzi non aspetto altro che questo) solo quando un uomo politico – non per opportunità, cioè non perché sia venuto il momento, ma piuttosto per creare la possibilità di tale momento – deciderà di fare i nomi dei responsabili dei colpi di Stato e delle stragi, che evidentemente egli sa, come me, non può non avere prove, o almeno indizi.
Probabilmente – se il potere americano lo consentirà – magari decidendo “diplomaticamente” di concedere a un’altra democrazia ciò che la democrazia americana si è concessa a proposito di Nixon – questi nomi prima o poi saranno detti. Ma a dirli saranno uomini che hanno condiviso con essi il potere: come minori responsabili contro maggiori responsabili (e non è detto, come nel caso americano, che siano migliori). Questo sarebbe in definitiva il vero Colpo di Stato.

Avatar di Paolo FerrarioMAPPE nel sistema dei SERVIZI alla persona e alla comunità, a cura di Paolo Ferrario

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Emanuele Severino, I PRESOCRATICI, lezione da Il caffè filosofico/la Nascita della Filosofia, Digital edizioni, 2017. AUDIO lezione

Emanuele Severino, Vincenzo Vitiello, Il Decalogo: RICORDATI DI SANTIFICARE LE FESTE, CD pubblicato nella collana Chorus / cultura libri da ascoltare, a cura di alboversorio.wordpress.com

a lezione da EMANUELE SEVERINO, TECHNE, a cura di Nicoletta Cusano, Mimesis, Cd Rom con 10 lezioni in formato audio

vai al sito dell'editore: http://mimesisedizioni.it/libri/filosofia/la-voce-del-filosofo/techne.html

Wittgenstein: la filosofia come compito e come risveglio, audio lezione di Silvana Borutti , nella Rassegna Meraviglie Filosofiche, 26 ott 2017

https://www.youtube.com/watch?v=CK2MU2Vl1tA&feature=share

Intervista radiofonica a Emanuele Severino, a cura di In Labore Fructus .link condivisi da Vasco Ursini 19 luglio 2019

Vasco Ursini ha condiviso un link. Amministratore · 19 luglio alle ore 19:57 https://www.facebook.com/vasco.ursini/posts/2906768786061613     YOUTUBE.COM Intervista radiofonica a Emanuele Severino (parte 1/2) Intervista radiofonica a Emanuele Severino (parte 2/2)

Emanuele Severino, intervistato da Gigi Marzullo a Sottovoce – 19 giugno 2019 – Audio della intervista (48 minuti) e rimando ai Video RaiPlay e youtube

 Emanuele Severino - 19/06/2019 A Sottovoce, Emanuele Severino, filosofo, accademico e compositore italiano AUDIO: https://drive.google.com/open?id=1McOHBGjOplUrBmr854e3wgMNNpmOW3AD VIDEO su rayplay Sottovoce - Emanuele Severino - 19/06/2019 - video - RaiPlay https://youtu.be/l1v4OS-iZvU

alle origini della parola FESTA, a partire da una lezione di Emanuele Severino

Avatar di Paolo FerrarioANTOLOGIA DEL TEMPO CHE RESTA

Sono partito da questo estratto da una lezione di Emanuele Severino sulla parola FESTA:

Il dizionario etimologico dice “giorno di riposo“, dal latino FESTUS, alla cui radice sentiamo FES

Ma Severino ci indica di ricercare “gruppi di significati”.

Seguiamoli.

1. le radici DHE o anche DHES che portano a “luce”

Emile Benveniste nel suo VOCABOLARIO DELLE ISTITUZIONI INDOEUROPEE (Einaudi 1976, prima edizione francese 1969) ritiene che le radici originarie indoeuropee siano:

DHA (S) e BHAS

che rimandano alla “luce divina”

benvenistedhe221

Franco Rendich ci dice che la consonante d significava “luce” e che

dalla radice di

da intendere come “moto continuo” [i] della luce [d],

derivò il corrispondente sanscrito di, didyati “brillare”, “splendere)

DHA significava “portare il fuoco”

benvenis2223

“parola divina” rappresentano lo stesso evento mistico anche secondo la Qabbalah ebraica”

Le sequenze di significati trovati…

View original post 237 altre parole

Emanuele Severino, I MIEI MORTI, audio/video di 3,15 minuti. Segnalato nella pagina facebook di Vasco Ursini

https://www.youtube.com/watch?v=Nh5n3DCvvSg&feature=share

dia-logando: i pensatori più influenti dell’antichità. Video e Audio interventi di WALTER CAVINI, docente di storia della Filosofia Antica presso l’Università degli Studi di Bologna. In pagina youtube del Centro Studi ASIA: puntate 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 33, 34, 35, 36, 38, 39, 2011

Il significato di Filosofia nella Grecia antica: https://www.youtube.com/watch?v=09P-xeZhSTY&feature=share L'evento filosofico: https://www.youtube.com/watch?v=t-oclQVjgio&t=40s Quando nasce la filosofia? : https://www.youtube.com/watch?v=oIVm0ArC5p0 La meraviglia filosofica: https://www.youtube.com/watch?v=v7xnaE6KQDk Le prime domande filosofiche : https://www.youtube.com/watch?v=1Gfx8A4CxKk Il ruolo del mito nella antica Grecia: https://www.youtube.com/watch?v=lVWcGMFFCEI I metodi di filosofare degli antichi: https://www.youtube.com/watch?v=-nqzHeKJd5g I pensatori più influenti dell'antichità: https://www.youtube.com/watch?time_continue=8&v=yK8eaT-Owrs Il procedere filosofico: https://www.youtube.com/watch?v=IV8lK1mW5pg Confronto tra scienza … Leggi tutto dia-logando: i pensatori più influenti dell’antichità. Video e Audio interventi di WALTER CAVINI, docente di storia della Filosofia Antica presso l’Università degli Studi di Bologna. In pagina youtube del Centro Studi ASIA: puntate 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 33, 34, 35, 36, 38, 39, 2011